Italia nel solito tran-tran

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hollande-renziDi Salvo Barbagallo

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Dopo aver gridato per giorni e settimane “al lupo, al lupo”, si è allontanata la preoccupazione per le minacce del Califfato jihadista contro l’Italia, diventando quasi una vicenda folkloristica, mentre dall’altra parte estrema del sud Italia, in Sicilia, sono diminuiti gli sbarchi dei migranti, togliendo dall’attenzione generale il problema, come se (almeno per ora) il problema non esistesse. La gente è tornata ad occuparsi dei fatti comuni. Fa notizia il Presidente della Repubblica che a Firenze va in treno e in tram, passa quasi inosservata  la riforma sulla responsabilità civile dei magistrati, di cui si è parlato per anni e anni. Passata a larga maggioranza alla Camera, adesso è legge, e va in armonia con le parole del Capo dello stato che ha dichiarato “L’ordinamento della Repubblica esige che il magistrato sappia coniugare equità ed imparzialità, fornendo una risposta di giustizia tempestiva per essere efficace, assicurando effettività e qualità della giurisdizione”.

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Non si dà il giusto peso alle continue diatribe Boldrini-Renzi (troppo tardi richiamare il “rispetto per le minoranze”), non si dà il giusto peso (e si dovrebbe) alle parole di Landini quando ricorda che il premier non è stato “eletto”, si torna alla lite-sceneggiata in Tv fra antagonisti politici, insomma nulla di nuovo, il solito tran-tran all’italiana. Chi parla della disoccupazione giovanile? E chi ne dovrebbe parlare? Renzi nelle sue trasferte all’estero con Hollande condivide il pensiero “La pioggia è finita si vede l’arcobaleno”. Ma quale “arcobaleno” e su quale mondo?

A chi importa se Finmeccanica cede alla giapponese Hitachi l’intera partecipazione in Ansaldo Sts e Ansaldo Breda o se diversi aeroporti italiani vanno a finire (come sta accadendo ed è accaduto) a potenti lobby economiche straniere?

Di certo vanno meglio le cose a casa nostra, in Sicilia, e un esempio è offerto da un articolo del quotidiano online “Live Sicilia” che mostra una foto veramente emblematica, postata su facebook dall’assessore all’Urbanistica del Comune di Catania, Salvo Di Salvo. Un’immagine che mostra – tutti insieme appassionatamente, soddisfatti e ridenti – Pino Firrarello, sindaco di Bronte ed esponente della destra etnea, Saro D’Agata, piddino assessore all’Ambiente della giunta Bianco, Angelo Villari, ex segretario Cgil e oggi assessore al Welfare del Comune, il già capogruppo del Pdl in Consiglio comunale durante il precedente Consiglio, Nuccio Condorelli e l’assessore all’Urbanistica, ex esponente del Mpa e nominato in quota Articolo 4, Salvo Di Salvo. Una foto involontariamente (forse) rappresentativa di una realtà in continua trasformazione che si evolve all’insegna delle “ammucchiate”, delle “trasversalità” e degli opportunismi politici di varia natura.

E’ il solito tran-tran al quale, purtroppo, il cittadino è abituato, talmente abituato che non ci fa caso e che (ancora purtroppo) lo lascia indifferente. Ovviamente convinto (a torto) che non è in grado di cambiare lo stato delle cose.

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